Acne femminile: qual è il rapporto tra brufoli e ormoni?

Acne femminile: qual è il rapporto tra brufoli e ormoni?

Acne femminile: da cosa è causata e qual è il ruolo degli ormoni nella comparsa dei brufoli

Malgrado sia spesso associata all’adolescenza, l’acne è un disturbo che può presentarsi anche da adulti. Questo accade soprattutto nelle donne, che sono maggiormente soggette a variazioni ormonali nel corso della vita, cambiamenti che possono avere un impatto sulla pelle, causando la comparsa di brufoli e altri segni dell’acne

Gli ormoni, tuttavia, non sono l’unico elemento potenzialmente responsabile. Scopriamo dunque i principali fattori in grado di scatenare l’acne femminile, in che modo l’attività ormonale può influire, a chi rivolgerci se abbiamo questo problema e quali rimedi usare per trattare l’acne nella donna.

1. Che cos’è l’acne e perché le donne sono più soggette ad averla in età adulta

Innanzitutto cosa si intende quando si parla di acne? Questo disturbo è un’infiammazione provocata da un’eccessiva produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee. Il sebo è una sostanza oleosa che serve a lubrificare e proteggere la pelle: se in quantità superiori alla norma, però, insieme ai cheratinociti (le cellule che formano l’epidermide) ostruisce i follicoli, le strutture da cui nascono i peli. Questa condizione facilita la proliferazione dei batteri normalmente presenti sulla cute, creando la base per lo sviluppo di infiammazioni e infezioni.

Sebbene si tratti di un disturbo tipico dell’adolescenza (di norma subentra tra i 12-18 anni e  può persistere fino ai 20-25 anni), l’acne può presentarsi anche successivamente anche in donne tra i 30 e 45 anni. In questo caso si parla di acne tardiva e sono soprattutto le donne a esserne soggette

I motivi scatenanti, come vedremo, sono diversi. Tra questi possono rientrare gli ormoni, poiché il sesso femminile nel corso della vita va incontro a una serie di fluttuazioni ormonali in grado di incidere in tal senso.

2. Come si manifesta l’acne?

L’acne è caratterizzata da una serie di lesioni, spesso presenti contemporaneamente, e può avere diversi livelli di gravità, come abbiamo visto parlando di acne sul viso. Inizialmente si formano i comedoni (i classici punti neri), ossia i follicoli piliferi ostruiti dal sebo in eccesso, in seguito possono svilupparsi papule o pustole (i cosiddetti brufoli), fino alla comparsa, nei casi più seri, di noduli e cisti. Queste ultime, in particolare, si trovano in profondità nella pelle, provocano dolore e una volta guarite possono causare cicatrici.

Negli adulti l’acne di natura ormonale – quindi legata a cambiamenti a carico degli ormoni – tende più spesso a comparire nella parte inferiore del volto, come il mento, la mascella e la parte bassa delle guance. Tuttavia, può presentarsi anche in altre zone del corpo, ad esempio schiena, collo, petto e spalle. 

3. Acne femminile: quali sono le cause?

I meccanismi che provocano l’acne non sono stati ancora del tutto definiti e sono diversi i possibili fattori implicati. L’acne nella donna potrebbe essere legata a:

  • cambiamenti ormonali durante la pubertà;
  • oscillazioni ormonali che si verificano in età adulta (ad esempio durante il ciclo mestruale e la gravidanza);
  • familiarità: avere persone in famiglia che soffrono di acne è ritenuto un fattore predisponente;
  • cosmetici: l’uso di determinati prodotti per la cura della pelle e dei capelli può contribuire alla formazione di comedoni;
  • sindrome dell’ovaio policistico: come vedremo, tra le conseguenze di questo problema può esserci anche lo sviluppo di acne;
  • stress: nelle persone che già soffrono di acne, lo stress può peggiorare il disturbo aumentando la produzione di sostanze che attivano le ghiandole sebacee;
  • dieta: si ritiene che il consumo di latte e derivati del latte e di alimenti con un elevato indice glicemico sia in grado di aggravarla;
  • farmaci: anche l’assunzione di alcuni farmaci può incidere su questa infiammazione, (ad esempio alcune pillole estroprogestiniche possono peggiorarla, mentre altre migliorano l’acne);
  • pressione provocata da mascherine, caschi da bicicletta, zaini o attrezzatura sportiva perché l’attrito che viene a crearsi può peggiorare l’acne.

Ma qual è esattamente il legame che c’è tra gli ormoni e la comparsa di brufoli? In che modo i primi possono influire sull’acne femminile e quali sono le fasi della vita di una donna più esposte a questo problema? Scopriamolo insieme.

4. Acne femminile: perché gli ormoni possono incidere sulla comparsa di brufoli?

Durante il ciclo mestruale, la gravidanza e la menopausa, nella donna si verificano oscillazioni ormonali in grado di influire sulla produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee. Tra gli ormoni implicati in questo processo ci sono gli estrogeni e gli androgeni: questi ultimi (di cui fa parte il testosterone) stimolano la produzione di sebo, mentre gli estrogeni la controllano. Vediamo, nel dettaglio, le fasi della vita soggette a queste variazioni che possono essere caratterizzate dalla formazione di acne.

5. Acne femminile durante la pubertà

Durante la pubertà, le ragazze (come i ragazzi) sono soggette a problemi di acne a causa di un aumento fisiologico degli androgeni, soprattutto di testosterone, il quale stimola un aumento della produzione di sebo.

6. Acne collegata al ciclo mestruale

Anche le fluttuazioni ormonali legate al ciclo mestruale possono incidere sulla comparsa di brufoli. Generalmente le manifestazioni appaiono dai 2 ai 7 giorni prima delle mestruazioni. Poco prima del loro inizio, infatti, i livelli di estrogeni e progesterone (uno degli ormoni che servono a preparare l’organismo femminile a una gravidanza) diminuiscono, e questo può comportare un aumento di sebo prodotto. L’acne di solito migliora durante le mestruazioni o quando stanno per finire. 

7. Acne e gravidanza

Alcune donne con tendenza acneica vedono migliorare la propria pelle durante la gravidanza. Tuttavia, in altri casi, questa condizione può contribuire allo sviluppo di acne sempre a causa delle variazioni ormonali tipiche di questo periodo, che possono portare a una maggiore produzione di sebo. Sebbene tutte le donne possano esserne soggette, il problema è più comune in chi ha già sofferto di acne in precedenza. 

8. Sindrome dell’ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico non rientra, chiaramente, tra le fasi della vita di una donna, ma è una condizione medica a cui vogliamo brevemente accennare perché anche questo problema può causare acne femminile. Si tratta infatti di un disordine ormonale che colpisce il 5-10% delle donne e che, tra le sue conseguenze, comporta alterazioni del ciclo mestruale, assenza di ovulazione e iperandrogenismo (quindi un aumento dei livelli di androgeni). L’iperandrogenismo può determinare forme gravi di acne, irsutismo, ossia un eccesso di peluria in zone del corpo non abituali e sul viso, e alopecia androgenetica (calvizie). 

9. Come si tratta l’acne femminile: a chi rivolgersi e quali rimedi adottare

Essendo l’acne un problema dovuto a molteplici fattori, per trattarla è necessario considerare diversi elementi come le abitudini alimentari, i prodotti utilizzati nella skin care, il vissuto emotivo della donna e l’eventuale presenza di squilibri ormonali associati a una policistosi ovarica. Per questa ragione, i rimedi “fai da te” non sono consigliati e ci si dovrebbe rivolgere a un dermatologo esperto. La visita dermatologica, infatti, consente di impostare una terapia personalizzata che tiene conto della tipologia della pelle della donna e, soprattutto, dei fattori associati a quell’acne. 

Di norma, in caso di acne lieve caratterizzata da comedoni e infiammazione di basso grado (quindi con pochi elementi pustolosi), insorta in età adolescenziale, una corretta skin care e un’educazione alimentare consentono di risolvere la problematica. 

Diverso è il caso di forme di acne più severe, contraddistinte da un’intensa infiammazione (acne nodulare), che possono richiedere una terapia più complessa. Quest’ultima può comprendere anche terapie farmacologiche e indagini diagnostiche specifiche, come una visita ginecologica per escludere un’eventuale policistosi ovarica. 

La figura medica di riferimento quando si tratta di acne è quindi il dermatologo che, eventualmente, indirizzerà la paziente dal ginecologo se è necessario valutare anche l’aspetto ormonale e la presenza di un’eventuale policistosi ovarica. Una terapia mirata è necessaria non solo per favorire la scomparsa dei brufoli – che sono comunque lesioni temporanee, anche se fonte di disagio emotivo per la paziente – ma soprattutto per evitare gli esiti cicatriziali che possono rimanere sulla pelle in caso di acne moderata e grave, una volta che l’acne è regredita.

Per concludere, l’acne della donna è una forma di acne più complessa perché, a differenza di quella maschile, può dipendere anche da squilibri ormonali e può non regredire nella fase post adolescenziale, come invece accade negli uomini. 

Per questo motivo si sconsigliano le terapie “fai da te” e si suggerisce di affidarsi a un dermatologo esperto in acne che abbia un approccio integrato. Ricordiamo infatti che l’acne non si cura solo attraverso creme e farmaci, ma con un metodo che valuta la situazione a 360 gradi: un approccio integrato prende in esame i vari fattori coinvolti nell’acne e consente la risoluzione del problema evitando gli effetti collaterali associati alle terapie farmacologiche e gli esiti cicatriziali, che rappresentano il vero problema di un’acne non trattata in maniera corretta. 

In presenza di problemi alla pelle, infatti, è fondamentale considerare la persona nella sua totalità, se si vuole andare alla radice del problema, tenendo conto anche di una serie di aspetti che vanno oltre la mera prescrizione di medicinali e creme, come l’alimentazione seguita, il benessere psichico e lo stile di vita della persona. 

Dott.ssa Alessia Anzalone - Dermatologa

Specialità:
Dermatologa

Biografia:
Dermatologa esperta in Medicina Integrata.

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