Contraccezione durante terapia ormonale affermativa di genere

Contraccezione durante terapia ormonale affermativa di genere

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Mentre le procedure chirurgiche sugli organi genitali determinano una perdita permanente della fertilità, i trattamenti ormonali per l’affermazione di genere causano variabili (ma verosimilmente reversibili) riduzioni della capacità riproduttiva.



1. Contraccezione nelle persone transgender assegnate maschio alla nascita

Per quanto sia verosimile che la terapia con estrogeni e antiandrogeni possa compromettere la produzione di spermatozoi (spermatogenesi), non si può escludere che un rapporto penetrativo vaginale con una persona assegnata femmina alla nascita possa causare una gravidanza.

Per tale ragione, qualora ciò non sia desiderato, è raccomandato l’utilizzo del preservativo. In alternativa, si può chiedere al* partner assegnat* femmina alla nascita (con un apparato riproduttivo femminile funzionante) di usare un metodo contraccettivo alternativo (ad esempio la pillola contraccettiva). L’utilizzo del preservativo, a differenza di altri metodi contraccettivi, è utile anche nella prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse. Tuttavia, il suo utilizzo può risultare difficile per una persona transgender che assume una terapia ormonale di affermazione di genere, a causa della possibile riduzione della tumescenza (erezione incompleta).



2. Contraccezione nelle persone transgender assegnate femmina alla nascita



Il testosterone utilizzato nel trattamento delle persone transgender assegnate femmina alla nascita induce la scomparsa del ciclo mestruale in un periodo variabile da 1 a 12 mesi dalla prima somministrazione nella maggior parte dei casi. Tuttavia, la mancanza di cicli mestruali non significa assenza di ovulazioni il che implica quindi un rischio di gravidanza. Rari casi di gravidanza indesiderata sono riportati in corso di assunzione di ormoni mascolinizzanti, per cui il trattamento con testosterone non può essere considerato una valida ed efficace opzione contraccettiva, oltre a presentare effetti teratogeni sul feto.

Il testosterone non rappresenta una controindicazione a nessun tipo di contraccezione ormonale. Tuttavia, non abbiamo informazioni in merito alla migliore opzione contraccettiva nella popolazione che assume tale ormone così come non sappiamo se alcuni effetti possano essere mantenuti, amplificati o ridotti quando i contraccettivi sono assunti insieme al testosterone.

Ogni metodo presenta alcuni vantaggi e alcuni svantaggi, pertanto la scelta del contraccettivo deve essere discussa con il medico e personalizzata sulla base delle preferenze e delle esigenze della persona interessata.





3. Impianto sottocutaneo: vantaggi e svantaggi

L’impianto è un bastoncino di un tipo particolare di plastica flessibile e sottile, della lunghezza di 4 cm e del diametro di 2 mm, che contiene 68 milligrammi dell’ormone progestinico etonogestrel (ormone simile al progesterone naturale ma sintetizzato in laboratorio).

Viene inserito sotto la cute nella zona interna della parte superiore del braccio (sinistro o destro). Rimane in sede per tre anni e alla fine del terzo anno va rimosso. Si inserisce e si rimuove attraverso una piccola incisione, eseguita dal medico in ambulatorio.

Durante l’inserimento e la rimozione viene somministrato un anestetico locale per ridurre il fastidio. Una volta inserito non è visibile ad occhio nudo, caratteristica che lo rende estremamente discreto.

Vantaggi:

  • non contiene estrogeni, comunemente considerati gli ormoni femminili che più contrastano l’effetto mascolinizzante del testosterone
  • può rimanere in sede per 3 anni
  • è il metodo contraccettivo più efficace per la prevenzione della gravidanza
  • il modesto effetto androgenico dell’ormone contenuto nel dispositivo può agire in sinergia con la terapia con testosterone o comunque non la contrasta
  • nessun coinvolgimento dell’apparato genitale per il posizionamento

Svantaggi:

  • procedura di inserimento che richiede somministrazione di anestesia locale
  • possibile persistente e irregolare sanguinamento genitale, verosimilmente limitato in caso di concomitante utilizzo di testosterone



4. Dispositivi intrauterini (al rame o contenenti levonorgestrel)



Che cos’è

È un dispositivo a forma di T. A seconda della tipologia può contenere rame o argento o una piccola quantità di ormone progestinico levonorgestrel (ormone simile al progesterone naturale, ma sintetizzato in laboratorio). Viene inserito dentro l’utero e può rimanere in sede per 3-5 o 10 anni, a seconda del tipo.

Vantaggi:

  • non contiene estrogeni, comunemente considerati gli ormoni femminili che più contrastano l’effetto mascolinizzante del testosterone
  • una volta posizionato dentro l’utero può rimanere in sede per 3/5 o anche fino a 10 anni
  • è fra i metodi contraccettivi più efficaci per la prevenzione della gravidanza
  • il dispositivo intrauterino contenente progestinico ha azione prevalentemente sull’utero, tuttavia una minima quota di ormone può andare in circolo. Questo ha effetto androgenico e può agire in sinergia con la terapia con testosterone o comunque non la contrasta

Svantaggi:

  • il posizionamento di tali dispositivi rende necessaria una procedura ginecologica
  • possibili sanguinamenti e dolore all’inserimento e post-inserimento
  • il dispositivo intrauterino contenente rame può determinare un aumento del flusso mestruale



5. Pillola contraccettiva contenente solo progestinico



Cos’è

La Pillola contenente l’ormone progestinico desogestrel o drospirenone (ormoni simili al progesterone naturale ma sintetizzati in laboratorio) da assumere quotidianamente, per via orale.

Vantaggi:

  • non contiene estrogeni, comunemente considerati gli ormoni femminili che più contrastano l’effetto mascolinizzante del testosterone
  • assunzione per via orale
  • minimo effetto androgenico del desogestrel che può quindi agire in sinergia con la terapia con testosterone o comunque non la contrasta
  • non è necessaria alcuna procedura ginecologica

Svantaggi:

  • necessita di assunzione giornaliera
  • il controllo delle perdite ematiche genitali raggiunto con questo metodo potrebbe non essere ottimale, anche se non sono disponibili informazioni sull’assunzione contemporanea con testosterone
  • possibile riduzione di efficacia in caso di disturbi gastro-intestinali (diarrea) o assunzione concomitante di alcuni farmaci





6. Anello vaginale



Che cos’è

È un dispositivo a forma di anello fatto da un tipo particolare di plastica, flessibile e sottile, del diametro di 54 mm e spessore di 4 mm. Va posizionato in vagina e sostituito una volta al mese. A contatto con la parete vaginale l’anello rilascia estrogeno e progestinico (ormoni simili all’estrogeno e progesterone naturale ma sintetizzati in laboratorio).

Vantaggi:

  • offre un buon controllo del sanguinamento genitale
  • rimane in sede per 3 settimane

Svantaggi:

  • contiene estrogeno che può interferire con l’effetto mascolinizzante del testosterone
  • coinvolgimento dell’apparato genitale per il posizionamento
  • modesto aumento del rischio tromboembolico
  • possibile tensione mammaria
  • possibile riduzione di efficacia in caso di assunzione concomitante di alcuni farmaci

A cura di:
Redazione meDonna Salute

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