a cura del Prof. Mauro Cervigni
L’incontinenza urinaria è un disturbo comune che si manifesta come la perdita involontaria di urina, causando disagio e un impatto significativo sulla qualità della vita.
È importante comprendere che l’incontinenza urinaria non è una condizione legata all’invecchiamento, ma può essere causata da una serie di fattori, tra cui debolezza dei muscoli del pavimento pelvico, cambiamenti ormonali, danni ai nervi e altre condizioni mediche.
La diagnosi accurata è quindi fondamentale per identificare le cause sottostanti e determinare il trattamento più appropriato. In questo articolo, esploreremo gli esami diagnostici utilizzati per valutare l’incontinenza urinaria, al fine di comprendere meglio il percorso diagnostico e le opzioni disponibili.

1. Anamnesi
Una delle prime fasi dell’esame diagnostico per l’incontinenza urinaria è un’attenta anamnesi del paziente.
Durante questa fase, il medico pone una serie di domande per comprendere meglio la storia clinica e i sintomi specifici del paziente.
Vengono chieste informazioni dettagliate sulle caratteristiche delle perdite urinarie, come la loro frequenza, l’intensità e le circostanze in cui si verificano. È quindi importante fornire al medico una descrizione accurata dei sintomi e, se possibile, tenere un diario delle perdite urinarie per un certo periodo di tempo prima della visita.
Vengono anche prese in considerazione eventuali patologie preesistenti, interventi chirurgici precedenti e farmaci assunti, poiché possono influenzare l’incidenza e la gravità dell’incontinenza urinaria.
Queste informazioni aiuteranno il medico a identificare eventuali schemi e a valutare l’impatto che l’incontinenza urinaria ha sulla vita quotidiana.
2. Esame obiettivo
Dopo l’anamnesi, viene eseguito un esame fisico completo, durante il quale il medico esamina lo stato del pavimento pelvico, ossia i muscoli e i tessuti che sostengono la vescica e l’uretra.
Questo esame può includere una valutazione del tono muscolare, della forza muscolare e della presenza di eventuali anomalie anatomiche.
Il medico potrebbe anche eseguire un’esplorazione vaginale o rettale per valutare l’integrità dei tessuti e rilevare eventuali segni di prolasso degli organi pelvici.
Inoltre, test specifici, come lo Stress Test e il Q-tip test, possono essere utilizzati per valutare la presenza di perdite urinarie da sforzo o l’ipermobilità dell’uretra.
Questo esame obiettivo è essenziale per comprendere meglio la tua condizione e identificare eventuali fattori che possono contribuire all’incontinenza urinaria.
3. Analisi di laboratorio
Le analisi di laboratorio possono essere richieste per escludere eventuali infezioni del tratto urinario o altre condizioni mediche che possono contribuire ai sintomi dell’incontinenza urinaria.
L’esame delle urine può rivelare la presenza di batteri, globuli bianchi o altre sostanze che potrebbero indicare un’infezione o un’infiammazione.
In alcuni casi, può essere richiesta anche un’urinocoltura, un esame in cui il campione di urina viene coltivato in laboratorio per identificare specificamente i tipi di batteri presenti. Questo test è utile per individuare un’infezione del tratto urinario e determinare quale antibiotico può essere più efficace per trattarla.
4. Esame urodinamico
Dopo gli esami di routine si passa agli accertamenti di carattere più specialistico, come l’esame urodinamico: un test specifico che valuta la funzionalità della vescica e dell’uretra.
Durante questo test, vengono inseriti piccoli cateteri nella vescica e nell’uretra per misurare la pressione e il flusso urinario. Questo aiuta a valutare la capacità di ritenzione urinaria, la forza del flusso urinario e la coordinazione tra la vescica e l’uretra durante la minzione.
L’esame urodinamico fornisce dunque informazioni dettagliate e complete sulle caratteristiche del sistema urinario.
4. Cistoscopia
Infine, per ulteriori accertamenti, può essere richiesta una citoscopia, un esame endoscopico che consente di visualizzare direttamente l’interno della vescica.
Durante la citoscopia, viene inserito un sottile strumento flessibile, chiamato cistoscopio, nell’uretra per esaminare la vescica. Questo esame permette al medico di identificare eventuali anomalie, come calcoli, tumori o lesioni che possono influenzare la funzione della vescica e causare l’incontinenza urinaria.
Si tratta di un procedimento sicuro e generalmente ben tollerato, che fornisce informazioni preziose per una diagnosi accurata e un trattamento mirato dell’incontinenza urinaria.
6. Conclusioni
La diagnosi accurata dell’incontinenza urinaria richiede una valutazione approfondita. Gli esami diagnostici, come l’anamnesi, l’esame obiettivo, l’analisi di laboratorio, l’esame urodinamico e la citoscopia, forniscono informazioni preziose, ma è importante sottolineare che l’attenzione clinica da parte dell’esaminatore è una condizione altrettanto indispensabile.
Se si sospetta di avere problemi di incontinenza urinaria, dunque, è fondamentale rivolgersi a uno specialista che possa offrire un’assistenza medica approfondita e mirata.

A cura di:
Prof. Mauro Cervigni
Specialità:
Urologia e Ginecologia
Biografia:
Medico Chirurgo specialista in Urologia e Ginecologia