a cura della Dott.ssa Mina Bayati
Oggi vogliamo parlare di un tema di grande importanza per la salute delle donne di tutte le età: l’osteoporosi. Questa condizione debilitante colpisce le nostre ossa, rendendole fragili e suscettibili a fratture.
È fondamentale essere consapevoli dei sintomi, delle cause e delle opzioni di trattamento per affrontare efficacemente questa patologia. Nel corso di questo articolo, esploreremo i sintomi dell’osteoporosi, le sue possibili cause e quando è necessario prestare attenzione e agire.
Inoltre, forniremo preziosi consigli su come prevenire e curare l’osteoporosi per mantenere le nostre ossa forti e sane.
Continua a leggere per scoprire tutto ciò che c’è da sapere sull’osteoporosi e prenderti cura delle tue ossa con consapevolezza e determinazione.

1. Cos’è l’osteoporosi
L’osteoporosi è una malattia sistemica multifattoriale che colpisce le nostre ossa, compromettendo il delicato equilibrio tra riassorbimento e formazione della massa ossea.
Questo squilibrio porta a un aumento della fragilità ossea e, di conseguenza, al rischio di fratture anche a seguito di attività quotidiane apparentemente innocue o semplici come tossire. Questa condizione è particolarmente diffusa tra gli anziani e le donne in menopausa.
In Italia, il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini oltre i 60 anni soffre di osteoporosi, e questi numeri continuano ad aumentare in parallelo all’aumento dell’aspettativa di vita.
L’osteoporosi non solo rappresenta la principale causa di fratture nella popolazione anziana, ma è anche strettamente correlata alla sedentarietà. Le persone affette da questa malattia spesso si trovano costrette a letto, il che può comportare gravi complicazioni.
Gestire l’osteoporosi e le sue conseguenze è fondamentale per migliorare la qualità della vita, ridurre le visite mediche, le ospedalizzazioni e la necessità di assistenza a lungo termine, contribuendo così a ridurre l’impatto economico sul sistema sanitario.
È fondamentale affrontare l’osteoporosi in modo proattivo, fornendo alle nostre ossa il supporto e la cura di cui hanno bisogno per mantenersi forti e vitali.
Esistono due tipi di osteoporosi
L’osteoporosi può essere suddivisa in due tipologie principali, ciascuna con le proprie caratteristiche e cause specifiche.
Il primo tipo è l’osteoporosi primitiva, che può dipendere dall’età stessa o dalla ridotta produzione di ormoni sessuali. L’osteoporosi senile è un esempio di questa categoria, in cui il progressivo processo di invecchiamento può portare a una perdita di densità ossea.
Allo stesso modo, l’osteoporosi post-menopausale si verifica nelle donne a seguito della diminuzione degli estrogeni, che svolgono un ruolo chiave nella prevenzione della disgregazione ossea. Esistono anche altre forme di osteoporosi primitiva, come l’osteoporosi giovanile, l’osteoporosi idiopatica dell’adulto e l’osteoporosi post-gravidica.
Il secondo tipo è l’osteoporosi secondaria, che è causata da altre condizioni mediche o fattori di rischio. Questa forma di osteoporosi può essere correlata a malattie endocrine, come l’ipertiroidismo, l’iperparatiroidismo e la sindrome di Cushing.
Malattie gastrointestinali come le epatopatie e i malassorbimenti possono contribuire alla sua comparsa, così come le malattie ematologiche come il mieloma multiplo e la leucemia. Inoltre, alcune malattie del tessuto connettivo e reumatiche possono influire sulla salute ossea, come l’osteogenesi imperfetta e la sindrome di Marfan.
L’uso di determinati farmaci, in particolare i glucocorticoidi e l’eparina, può anche essere associato a una rapida perdita di densità minerale ossea.
Le fratture più comuni associate all’osteoporosi primaria si verificano nella colonna vertebrale, nel polso e nel collo del femore. Tuttavia, è importante sottolineare che l’osteoporosi può causare fragilità ossea in diverse parti del corpo e aumentare il rischio di fratture anche in altre aree.
Comprendere i diversi tipi di osteoporosi e le loro cause specifiche è fondamentale per adottare le giuste misure preventive, diagnosticare precocemente la malattia e fornire il trattamento adeguato.
L’osteoporosi è una malattia mortale?
L’osteoporosi in sé non è considerata una malattia mortale. Tuttavia, le complicazioni associate all’osteoporosi, come le fratture, possono influire sulla qualità di vita e aumentare il rischio di mortalità, soprattutto negli anziani.
La gravità e l’evoluzione dell’osteoporosi variano da persona a persona. Con una diagnosi precoce, un trattamento adeguato, uno stile di vita sano e misure preventive, è possibile gestire l’osteoporosi in modo efficace e ridurre il rischio di complicanze.
È importante lavorare in stretta collaborazione con i professionisti medici per individuare le migliori opzioni di trattamento e adottare uno stile di vita appropriato per gestire questa condizione.
Quanto si può vivere con l’osteoporosi?
La durata della vita per una persona con osteoporosi dipende da diversi fattori, tra cui l’età, lo stato di salute generale, la gravità dell’osteoporosi e la gestione della malattia. È importante sottolineare che l’osteoporosi stessa non determina direttamente una riduzione dell’aspettativa di vita. Tuttavia, le complicazioni legate all’osteoporosi, come le fratture, possono influire sulla qualità di vita e aumentare il rischio di mortalità, specialmente negli anziani.
La prevenzione e il trattamento tempestivo dell’osteoporosi, attraverso misure come una dieta equilibrata, l’assunzione di calcio e vitamina D, l’esercizio fisico regolare e, se necessario, la terapia farmacologica, possono contribuire a mantenere la salute delle ossa e ridurre il rischio di fratture.
2. L’osteoporosi nelle donne: fattori di rischio e suscettibilità
Sebbene l’osteoporosi possa manifestarsi sia negli uomini che nelle donne, è importante notare che le donne hanno una massa ossea inferiore rispetto agli uomini. Durante la menopausa, la diminuzione degli estrogeni comporta una ridotta assorbimento intestinale e renale del calcio, portando a una progressiva perdita di massa ossea.
La menopausa può essere un processo fisiologico naturale, ma può anche essere causata da interventi chirurgici che determinano una rapida riduzione degli estrogeni e, di conseguenza, un rapido deterioramento dell’osso.
Inoltre, la menopausa precoce, ossia prima dei 45 anni, aumenta il rischio di osteoporosi.
Ci sono diversi fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare osteoporosi nelle donne:
- Stile di vita sedentario.
- Uso di farmaci come corticosteroidi e ormoni tiroidei.
- Abitudine al fumo di sigaretta, abuso di alcol e consumo eccessivo di caffè.
- Insorgenza precoce della menopausa.
- Presenza di diabete mellito.
- Carenza di vitamina D e calcio.
- Una dieta ricca di sodio, proteine e fosforo.
- Età avanzata.
- Essere di sesso femminile.
La conoscenza di questi fattori di rischio è fondamentale per adottare misure preventive e adottare uno stile di vita sano al fine di ridurre il rischio di osteoporosi nelle donne. La prevenzione precoce e l’adozione di una dieta equilibrata, ricca di calcio e vitamina D, possono contribuire a preservare la salute delle ossa e ridurre il rischio di fratture osteoporotiche.
3. Sintomi dell’osteoporosi: una malattia silente
I sintomi dell’osteoporosi possono essere silenziosi nelle fasi iniziali della malattia. Tuttavia, a mano a mano che la perdita di massa ossea progredisce, possono manifestarsi alcuni segnali e sintomi.
I sintomi più comuni dell’osteoporosi includono dolore osseo, debolezza e ridotta altezza. Le fratture sono un segno importante dell’osteoporosi e possono verificarsi anche a seguito di traumi minimi o attività quotidiane normali.
Le fratture vertebrali possono causare dolore intenso alla schiena, una postura curva o cifotica (noto anche come gobba di vedova) e una perdita di altezza. Le fratture dell’anca sono particolarmente gravi e possono limitare notevolmente la mobilità e l’indipendenza di una persona.
Altri sintomi possono includere una maggiore sensibilità alle fratture, una diminuzione della forza di presa delle mani e una riduzione della qualità della vita a causa della limitazione delle attività quotidiane.
È importante sottolineare che l’osteoporosi può essere asintomatica fino a quando non si verifica una frattura, motivo per cui la diagnosi precoce e la prevenzione sono cruciali per la gestione di questa malattia.
4. Come si diagnostica l’osteoporosi?
La diagnosi dell’osteoporosi coinvolge diverse metodologie diagnostiche. Una delle tecniche più comuni è la misurazione della densità minerale ossea (BMD) utilizzando raggi X.
Questo test valuta la quantità di minerale presente nell’osso e viene eseguito principalmente sulla colonna vertebrale, sul femore e sull’avambraccio.
Il risultato ottenuto dal BMD viene espresso come un punteggio T, che permette di differenziare se il paziente si trova nella fase di osteopenia o osteoporosi.
L’osteopenia rappresenta una riduzione fisiologica e inevitabile di una certa quantità di massa ossea legata all’età. Attraverso la valutazione del punteggio T, è possibile determinare il rischio di frattura.
Oltre al BMD, possono essere utilizzati anche esami diagnostici radiologici come la radiografia convenzionale o la tomografia computerizzata (MOC) per visualizzare eventuali deformità o fratture.
Inoltre, sono consigliati test di laboratorio per valutare i livelli di calcio, fosforo, vitamina D e paratormone, che forniscono informazioni aggiuntive sulla salute ossea.
Questi approcci diagnostici consentono di individuare l’osteoporosi, valutarne la gravità e pianificare un adeguato percorso terapeutico.
MOC: la Mineralometria Ossea Computerizzata
La MOC (acronimo di Mineralometria Ossea Computerizzata), è una tecnica diagnostica avanzata utilizzata per valutare la struttura e la composizione dell’osso. La MOC si basa sull’utilizzo di campi magnetici e onde radio per ottenere immagini dettagliate delle ossa e dei tessuti circostanti.
A differenza delle radiografie tradizionali o delle scansioni con raggi X, la MOC offre una visione più approfondita delle strutture ossee, inclusi i dettagli anatomici e le lesioni microscopiche.
Questo rende la MOC particolarmente utile nella diagnosi e nella valutazione delle condizioni ossee complesse, come l’osteoporosi. La MOC consente di identificare fratture vertebrali sottili, valutare la densità minerale dell’osso e rilevare eventuali lesioni o anomalie.
Inoltre, la MOC è una tecnica non invasiva e sicura, che non utilizza radiazioni ionizzanti. Grazie alla sua capacità di fornire immagini dettagliate dell’osso, la MOC rappresenta uno strumento diagnostico prezioso per gli specialisti nel valutare la salute ossea e pianificare un trattamento appropriato per le condizioni come l’osteoporosi.
5. Come si cura l’osteoporosi?
La cura dell’osteoporosi si concentra principalmente sulla prevenzione e sulla gestione dei fattori di rischio. Attualmente non esiste una cura definitiva per questa condizione, ma sono disponibili diverse opzioni per ridurre il rischio di fratture e mantenere la salute ossea.
Una parte fondamentale della cura dell’osteoporosi è la modifica dello stile di vita, che include l’evitare di fumare, seguire una dieta equilibrata ricca di calcio e vitamina D, e adottare uno stile di vita attivo e non sedentario.
L’attività fisica regolare, come il camminare, il nuoto e l’esercizio con pesi, può contribuire a rafforzare le ossa e migliorare l’equilibrio. La fisioterapia può essere utile per migliorare la forza muscolare, la flessibilità e la postura, riducendo il rischio di cadute e fratture.
È importante assicurarsi di assumere una quantità sufficiente di vitamina D, poiché svolge un ruolo essenziale nell’assorbimento del calcio e nel mantenimento della salute ossea.
La vitamina D può essere ottenuta attraverso l’esposizione al sole e il consumo di alimenti come uova, latticini, cereali integrali e pesce ricco di grassi omega-3 come salmone, sgombro e tonno.
La gestione dell’osteoporosi richiede un approccio completo che coinvolge anche il monitoraggio regolare della densità minerale ossea tramite test specifici e la valutazione del rischio di fratture. Il trattamento farmacologico può essere considerato in base alla gravità della condizione e ai fattori di rischio individuali, ed è importante consultare un medico specializzato per determinare la strategia terapeutica più appropriata.
6. Osteoporosi e attività fisica
L’attività fisica riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel rallentamento della progressione dell’osteoporosi. Scegliere l’attività fisica corretta è essenziale per preservare la massa ossea. Gli esercizi che stimolano il metabolismo osseo, come il ballo, il camminare, il salire le scale e la ginnastica, sono particolarmente indicati. Questi esercizi antigravitari favoriscono la calcificazione ossea e contribuiscono a mantenere la salute delle ossa.
Quale attività fisica si deve evitare se si soffre di osteoporosi?
In presenza di osteoporosi avanzata, è consigliabile evitare esercizi che comportino flessioni e torsioni eccessive della colonna vertebrale, nonché l’attività di corsa. È inoltre importante evitare di indossare scarpe con tacchi elevati al fine di ridurre il rischio di cadute.
7. Osteoporosi e fisioterapia
L’obiettivo della fisioterapia nell’osteoporosi è creare una stimolazione meccanica e migliorare la mineralizzazione ossea, prevenire le fratture, migliorare l’equilibrio, la coordinazione, il tono muscolare e la capacità aerobica.
Durante la terapia fisica, attraverso esercizi isotonici e il potenziamento del muscolo coinvolto, si favorisce la secrezione ritmica di ormoni anabolici che promuovono la risposta adattativa dell’osso stesso.
Nella fisioterapia per l’osteoporosi, si presta particolare attenzione al rinforzo del femore nella sua parte prossimale, coinvolgendo esercizi per rafforzare l’anca, le vertebre lombari (mediante esercizi contro la gravità del rachide) e il polso, nonché la parte superiore del corpo.

A cura di:
Dott.ssa Mina Bayati
Specialità:
Fisioterapista
Biografia:
Ho studiato e conseguito la laurea in Ostetricia in Persia. Mi sono trasferita a Roma nel 2014 dove ho intrapreso il Corso di Laurea in Fisioterapia presso l’università La Sapienza di Roma. Sono specialista nella Riabilitazione del Pavimento Pelvico con esperienza presso L’Ospedale di Anzio. Tratto principalmente le problematiche associate alla Riabilitazione del Pavimento Pelvico sia maschile che femminile (incontinenza urinaria/fecale , coccigodinia, pubalgia , dyspareunia, atrofia muscolare…) avvalendomi della collaborazione con molti chirurghi proctologi ed urologi, internisti e ginecologi. Mi occupo anche di Riabilitazione post-operatoria e post-traumatica, trattamenti per Lombalgia, Cervicalgia dolori articolari, Riabilitazione ortopedica e neurologica. terapia con macchinari: Tecar, Laser, Ultrasuoni.