
I tumori maligni della tiroide colpiscono la tiroide, una piccola ghiandola a forma di farfalla situata alla base del collo, e rappresentano la forma più frequente neoplasia endocrina.
Generalmente hanno una prognosi favorevole, con una sopravvivenza oltre il 90%.
Vediamo quali sono le principali cause, i sintomi e le possibili opzioni di trattamento dei tumori della tiroide.
1. Incidenza e fattori di rischio
I tumori della tiroide sono più comuni nelle donne rispetto agli uomini. Attualmente in Italia il carcinoma tiroideo nelle donne nella fascia di età fino a 49 anni è al 2° posto per incidenza (dopo il tumore della mammella) e al 5° posto nella fascia di età 50-69 anni.
Alcuni dei fattori di rischio includono:
- l’età, sia l’età giovanile al di sotto dei 20 anni, sia quella avanzata al di sopra dei 60 anni
- una storia familiaredi tumori alla tiroide
- l’esposizione a radiazioni nella regione testa-collo, sia per scopi diagnostici-terapeutici come, ad esempio, la radioterapia eseguita per altri tumori, sia accidentalmente come avvenuto a seguito dell’incidente nucleare di Chernobyl nel 1986,
- la provenienza da zone con carenza di apporto alimentare di iodio
2. Segni e Sintomi
I tumori della tiroide spesso sono silenziosi e pertanto il paziente non presenta sintomi evidenti. Tuttavia, in casi più avanzati, il tumore può esercitare compressione sulle strutture circostanti, causando sintomi quali difficoltà nel deglutire cibi solidi o liquidi, difficoltà respiratorie o improvvisi cambiamenti del tono della voce.
È importante sottolineare che molti tumori alla tiroide vengono scoperti casualmente, riscontrando dei noduli durante ecografie del collo eseguite per altri motivi, oppure quando è il paziente stesso a notare un rigonfiamento in una specifica zona del collo.
3. Diagnosi
La diagnosi dei tumori della tiroide si effettua mediante esame ecografico e successivamente esame citologico.
L’ecografia permette di evidenziare le caratteristiche del nodulo: un nodulo sospetto per malignità appare ipoecogeno, di forma non ovoidale, a margini sfumati e con microcalcificazioni interne, mentre alla scintigrafia risulta “freddo”, cioè non capta il radioiodio.
Tuttavia, l’esame dirimente è l‘agoaspirato ecoguidato, una procedura ambulatoriale, innocua ed indolore, che utilizza un ago sottile per prelevare cellule tiroidee. Questi campioni vengono quindi esaminati al microscopio per determinarne la loro natura (benigna o maligna).
4. Trattamento
Il trattamento per i tumori maligni della tiroide è l’asportazione chirurgica della ghiandola tiroidea, e non solo la parte interessata dal tumore, con un intervento noto come tiroidectomia.
Dopo l’intervento a seconda dell’esame istologico, in alcuni casi, è necessario completare il trattamento con la terapia radiometabolica, che prevede la somministrazione di una forma radioattiva di iodio per distruggere eventuali residui di tessuto tumorale o di metastasi.
Dopo il trattamento, i pazienti che hanno subito la rimozione della tiroide dovranno assumere quotidianamente un ormone tiroideo sintetico (Eutirox o simili) per compensare la mancanza di produzione ormonale naturale. Questo è importante per mantenere un equilibrio ormonale nel corpo e prevenire l’insorgenza dell’ipotiroidismo.
Sarà quindi necessario eseguire regolari controlli per monitorare il paziente nel tempo al fine di individuare eventuali recidive tumorali o metastasi, mediante esami del sangue, specialmente il dosaggio della Tireoglobulina, ed esami strumentali tramite ecografia del collo ed eventualmente scintigrafia total body.
5. Indicazioni finali
I tumori della tiroide con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato hanno una prognosi generalmente favorevole.
Ricordate dunque di effettuare controlli regolari e di consultare tempestivamente il medico se si sospetta un problema alla tiroide o si manifestano sintomi o segni insoliti nella regione del collo.