a cura della Dott.ssa Alessia Anzalone
Macchie bianche sulla pelle che tendono a coinvolgere varie parti del corpo, comprese quelle più visibili come il volto, le braccia e le mani: si tratta della vitiligine, un disturbo di ipopigmentazione, ossia di mancanza o perdita del colore naturale della cute. Un problema che, a causa del suo impatto estetico, può avere ripercussioni importanti a livello emotivo e psicologico, e che genera tante domande circa le sue cause. In questo articolo, quindi, cercheremo di capire quali sono i fattori in grado di scatenare la vitiligine, ma anche le cure e i rimedi disponibili per trattarla, in quanto esistono soluzioni per migliorare l’aspetto delle macchie.
INDICE
- Che cos’è la vitiligine e come si manifesta?
- I sintomi della vitiligine
- Vitiligine: le possibili conseguenze
- Vitiligine: quali sono le cause?
- La vitiligine è una malattia autoimmune
- Il ruolo della genetica nella vitiligine
- Altri fattori che possono contribuire a causare la vitiligine
- Disturbi metabolici come possibile causa della vitiligine
- Come si diagnostica la vitiligine?
- Vitiligine: quali sono le cure possibili?
- Dagli integratori all’alimentazione: altri rimedi per combattere la vitiligine

1. Che cos’è la vitiligine e come si manifesta?
Prima di conoscere le cause di questo problema, vediamo meglio cos’è e come riconoscerlo. La vitiligine è una malattia autoimmune che colpisce i melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina e quindi della pigmentazione cutanea, causando la formazione di macchie bianche di grandezza variabile. Coinvolge circa l’1% della popolazione mondiale, sia maschile che femminile, e può riguardare qualsiasi colore della pelle, anche se tende a essere più evidente sulla carnagione scura. In chi ha l’incarnato chiaro, invece, è più visibile con l’abbronzatura, quando il contrasto tra la pelle colpita e la pelle sana risulta più marcato.
La vitiligine non è una patologia contagiosa, né dolorosa o pericolosa per la salute.
2. I sintomi della vitiligine
Di solito la vitiligine inizia con la comparsa di chiazze di colore chiaro, che hanno il centro più bianco rispetto alla parte circostante; quest’ultima, talvolta, può essere iperpigmentata rispetto al resto della pelle, quindi più scura. La malattia può colpire ogni persona in modo diverso, ma in generale i sintomi principali sono:
- zone di pelle ipopigmentate, dai bordi lisci o frastagliati;
- sbiancamento prematuro di capelli, barba, ciglia e sopracciglia;
- depigmentazione delle mucose di bocca e naso;
- cambiamenti nel colore della retina, la membrana interna dell’occhio.
A seconda del tipo di vitiligine, le macchie possono apparire in diverse parti del corpo e la distribuzione delle chiazze determina la classificazione stessa della malattia:
- nella maggior parte dei casi si tratta di vitiligine non-segmentale: la pigmentazione, in questo caso, si verifica in modo simmetrico su entrambi i lati del corpo, specialmente su mani, ginocchia, intorno a bocca, occhi, genitali, ma anche su piedi e gomiti;
- la vitiligine segmentale, invece, si manifesta su un’unica parte del corpo e generalmente non progredisce;
- esiste inoltre una forma più rara, chiamata vitiligine universale, che interessa quasi tutta la superficie corporea.
3. Vitiligine: le possibili conseguenze
Le persone che soffrono di vitiligine possono andare incontro a un maggiore rischio di scottature solari, dovute all’assenza di melanina nelle zone di pelle interessate. Per questo motivo è fondamentale proteggersi adeguatamente quando ci si espone al sole.
Come anticipato, inoltre, non bisogna sottovalutare il possibile impatto emotivo e psicologico della malattia. In realtà, si tratta della componente principale del problema, perché di base la vitiligine non ha ricadute sulla salute. A livello psicologico, invece, può essere difficile da accettare: soprattutto quando a essere coinvolte sono le parti del corpo più visibili, la patologia può influire sull’immagine che si ha di sé e causare disagio. Teniamo presente che la malattia spesso comincia proprio nelle zone periorifiziali, ad esempio intorno agli occhi o alla bocca, dunque aree continuamente esposte. Anche per questo è importante rivolgersi al dermatologo non appena si notano segni sospetti: insieme allo specialista, infatti, sarà possibile individuare le soluzioni più adatte per affrontarla e gestirla.
4. Vitiligine: quali sono le cause?
Ma da cosa è causata esattamente la vitiligine? Quali sono i fattori alla base della depigmentazione? Come abbiamo capito, questa malattia determina nelle zone colpite una mancanza di melanina, la sostanza responsabile del colore della nostra pelle. Ciò accade perché i melanociti vengono inattivati.
Che cosa provochi tutto questo non è ancora pienamente chiaro, anche se la comunità scientifica è ormai concorde nel ritenere che si tratti di un problema che ha un’origine multifattoriale. La vitiligine, infatti, è una malattia autoimmune in cui la predisposizione genetica giocherebbe un ruolo importante, ma anche altri fattori potrebbero contribuire al suo sviluppo.
5. La vitiligine è una malattia autoimmune
Oggi è chiaro che la vitiligine è un problema autoimmune dove il sistema immunitario attacca per errore le cellule dell’organismo, nello specifico i melanociti. Questo è supportato dal fatto che circa il 20% delle persone con vitiligine presenta altre malattie autoimmuni, ad esempio tiroidite autoimmune, diabete di tipo 1, anemia perniciosa (che colpisce lo stomaco), malattia di Addison (in cui le ghiandole surrenali non producono più quantità adeguate di due ormoni importanti, il cortisolo e l’aldosterone), alopecia areata, che provoca caduta dei capelli a chiazze.
In caso di vitiligine, quindi, è fondamentale che il dermatologo sottoponga il paziente a esami e indagini per escludere la presenza di altre malattie autoimmuni.
Come per la maggior parte delle malattie autoimmuni, però, le ragioni che scatenano questa reazione non sono chiare e ad oggi una causa certa non è stata individuata. Tra le ipotesi rientrano sicuramente una predisposizione genetica, ma anche tutti i fattori in grado di alterare il sistema immunitario.
Si tratta comunque di un processo che non si può prevedere perché il sistema immunitario è imprevedibile. Questo è anche il motivo per cui certe forme di vitiligine evolvono nel tempo, mentre altre regrediscono, e per il quale ogni paziente affetto da vitiligine può rispondere alle terapie in modo diverso.
6. Il ruolo della genetica nella vitiligine
Come anticipato la genetica riveste sicuramente un ruolo importante: ereditare determinati geni che predispongono alla malattia aumenta infatti le possibilità di svilupparla. Avere un parente stretto con questo problema rappresenta un fattore di rischio, dunque, anche se non significa necessariamente che il disturbo si manifesterà.
A questa predisposizione genetica possono poi aggiungersi ulteriori elementi in grado di incidere sulla patologia.
7. Altri fattori che possono contribuire a causare la vitiligine
Ma quali sono questi elementi? In generale, tutto ciò che è in grado di iper attivare il sistema immunitario, favorendo l’ossidazione e i processi infiammatori, può contribuire a innescare la malattia in persone predisposte. Stimoli di questo genere sono, ad esempio, uno stress psicofisico importante, infezioni, uno stile di vita sregolato.
Le lesioni alla pelle, come ustioni solari o tagli, possono inoltre favorire la comparsa di vitiligine: ricordiamo infatti che in questa patologia, così come nella psoriasi, si verifica il fenomeno di Koebner, ossia l’insorgenza del problema proprio nelle zone sottoposte a un trauma. Un’altra possibile causa scatenante è il contatto delle cute con determinate sostanze chimiche.
8. Disturbi metabolici come possibile causa della vitiligine
Un’altra ipotesi circa l’origine della vitiligine riguarda una possibile correlazione con disturbi del metabolismo o delle ghiandole endocrine causati dall’assenza o da uno scarso quantitativo dell’enzima tirosinasi, che neutralizza il perossido di idrogeno. In questo caso sarebbero l’accumulo di perossido di idrogeno e di radicali liberi a incidere sulla produzione di melanina.
9. Come si diagnostica la vitiligine?
Se cominciamo a notare che aree della pelle o delle mucose perdono colore è importante rivolgerci al dermatologo: una visita dallo specialista, infatti, permetterà di capire se si tratta di vitiligine oppure di un altro disturbo, e di intraprendere i trattamenti adeguati. Come vedremo, infatti, può essere possibile migliorare l’aspetto della pelle e, in alcuni casi, ottenere una completa risoluzione delle chiazze attraverso specifiche soluzioni, da valutare caso per caso insieme al medico.
Ma come si diagnostica la vitiligine? Servono esami specifici? Lo strumento diagnostico principale è la visita da parte del dermatologo che consiste nell’osservazione della pelle e nella raccolta di tutte le informazioni utili, anche in relazione all’eventuale presenza di familiari con questo problema o con altre malattie autoimmuni. La visita dermatologica permette di escludere quei disturbi cutanei che possono causare ipopigmentazione come pitiriasi versicolor, cicatrici pregresse, pitiriasi alba e ipomelanosi guttata. La chiazza di vitiligine si distingue dalle altre problematiche perché di norma è bianco latte (un bianco acceso), ha i bordi ben definiti (quindi non sfumati), tende ad allargarsi ed è spesso localizzata in sedi in cui tipicamente si manifesta la vitiligine.
Il dermatologo come supporto nella diagnosi potrebbe inoltre utilizzare la lampada di Wood, una lampada a raggi ultravioletti che consente di rilevare la vitiligine con maggiore precisione.
10. Vitiligine: quali sono le cure possibili?
Molte persone si chiedono se sia possibile fermare la vitiligine. Come abbiamo detto, trattandosi di una condizione autoimmune è una malattia imprevedibile: questo significa che non esiste una cura vera e propria in grado di bloccarla, tuttavia è possibile avvalersi di terapie che permettono di recuperare il colore e di migliorare l’aspetto della pelle attraverso la stimolazione della produzione di melanina. L’obiettivo è stabilizzare la depigmentazione e agevolare la repigmentazione delle macchie. In quanto tempo è possibile vedere gli effetti? Dato che i melanociti reagiscono lentamente ai trattamenti, in genere servono 6-12 mesi per ottenere buoni risultati.
Quali sono le cure utilizzate? In prima istanza, per bloccare l’azione immunitaria vengono prescritte creme a base di immunosoppressori, come il tacrolimus. Un altro possibile trattamento topico consiste nell’uso di creme a base di cortisone, da applicare soprattutto alla periferia della chiazza per cercare di contrastare la sua estensione.
In presenza di vitiligine diffusa la cura d’elezione è la fototerapia, che prevede l’impiego di particolari lampade per avvalersi degli effetti benefici dei raggi UVB con lo scopo di stimolare i melanociti. Un’altra possibilità è impiegare specifici laser (laser a eccimeri), consigliati per le forme di vitiligine localizzate.
Ricordiamo che in certi casi potrebbe essere utile anche adottare tecniche di camouflage, utilizzando specifici cosmetici consigliati dal dermatologo, per coprire le macchie e migliorare l’estetica della pelle. In presenza di vitiligine universale, invece, quindi che colpisce quasi tutta la superficie del corpo, in specifici casi selezionati può essere valutata la depigmentazione delle parti di pelle sana in modo da rendere il colore della pelle omogeneo.
11. Dagli integratori all’alimentazione: altri rimedi per combattere la vitiligine
Oltre alle terapie tradizionali, per trattare la vitiligine è utile prendere in considerazione anche una serie di altri aspetti. Di norma, ai miei pazienti che soffrono di vitiligine consiglio di:
- Assumere integratori a base di vitamina D: la mancata esposizione della pelle ai raggi solari potrebbe infatti causare una riduzione di questa vitamina nell’organismo. La vitamina D, essendo immunomodulante, contribuisce a regolare l’iperattività del sistema immunitario associato a questa patologia.
- Agire sui livelli di stress, perché possono contribuire a peggiorare la malattia.
- Intervenire sull’alimentazione: in genere prescrivo un regime alimentare ricco di antiossidanti e povero di cibi che possano attivare l’autoimmunità, ad esempio il glutine. Ricordiamo infatti che gran parte del sistema immunitario si trova proprio nell’intestino ed è fondamentale evitare gli stimoli immunogeni a livello del lume intestinale.
- Usare integratori a base di antiossidanti, utili in quanto la vitiligine è una malattia con una forte presenza di radicali liberi.
- Esporsi al sole con le dovute accortezze: ci si può esporre al sole, ma le chiazze di vitiligine non hanno melanina per cui vanno protette con fotoprotezione elevata.
- Usare solari specifici per vitiligine che, da un lato, proteggono la macchia e, dall’altro, stimolano l’azione benefica dei raggi ultravioletti.
Queste indicazioni tengono conto del fatto che la vitiligine può peggiorare a causa di uno stile di vita poco sano e di elevati livelli di stress. Anche se questa malattia non può essere bloccata trattandosi di una condizione autoimmune, quindi, possiamo comunque ottenere buoni risultati agendo sulle abitudini di vita e seguendo le terapie adeguate.

A cura di:
Dott.ssa Alessia Anzalone
Specialità:
Dermatologa
Biografia:
Dermatologa esperta in Medicina Integrata.