a cura di Eleonora D’armiento

Le tiroiditi rappresentano un gruppo di infiammazioni della ghiandola tiroidea, caratterizzate da diverse origini: infezioni virali, batteriche o su base autoimmune.
Queste condizioni possono manifestarsi in tre forme principali: acuta, subacuta o cronica.
In questo articolo esploreremo le diverse tipologie di tiroiditi, i loro sintomi caratteristici e i trattamenti disponibili.
1. Tiroiditi acute
Cause
Le tiroiditi acute, sebbene rare, sono causate da batteri gram positivi, quali gli Stafilococchi e gli Streptococchi. Queste infezioni si verificano principalmente in pazienti immunodepressi o in seguito a ferite penetranti della regione anteriore del collo.
Sintomi e diagnosi
Tipicamente, i sintomi associati alle tiroiditi acute includono febbre e dolore nella zona del collo, che appare gonfia, dolente e dolorabile. Agli esami del sangue si riscontra un aumento dei globuli bianchi e degli indici di infiammazione.
Trattamento
Per il trattamento delle tiroiditi acute, si ricorre principalmente all’uso di antibiotici.
2. Tiroiditi subacute
Cause
Le tiroiditi subacute sono più frequenti e sono causate da virus delle vie respiratorie superiori, quali virus influenzali, Adenovirus, EBV e Echovirus. Infatti, queste infiammazioni sono tipicamente spesso precedute da un’infezione delle vie respiratorie superiori, che si verifica una o due settimane prima dei sintomi.
Proprio per il loro carattere virale, le tiroiditi subacute presentano un’incidenza stagionale, con una maggiore frequenza in autunno e in primavera, e sono più comuni tra gli individui che frequentano luoghi affollati come le scuole.
Sintomi e diagnosi
I sintomi iniziali possono essere simili a quelli influenzali, il che può portare a una diagnosi tardiva in quanto i pazienti consultano diversi specialisti che potrebbero diagnosticare otite o faringite, ritardando così la guarigione. I sintomi tipici delle tiroiditi subacute includono infatti febbre, stanchezza, dolori muscolari e dolore nella regione anteriore del collo, che può irradiarsi alla mandibola e all’orecchio, peggiorando durante la deglutizione e la digitopressione.
È importante sottolineare che il dolore al collo è spesso unilaterale e può successivamente spostarsi da un lobo tiroideo all’altro, caratterizzando una condizione nota come tiroidite migrante.
Nella seconda fase delle tiroiditi subacute, a causa della distruzione progressiva dei follicoli tiroidei, possono svilupparsi sintomi di tireotossicosi, come agitazione, tremori e tachicardia.
Infine, nella terza fase, dopo il trattamento farmacologico, si verifica la guarigione con il ripristino della normale funzionalità tiroidea (eutiroidismo) o, in casi più rari, l’insorgenza di un ipotiroidismo permanente a causa della fibrosi.
Di conseguenza, la funzione tiroidea (TSH, FT3, FT4) può variare nel corso della malattia. Gli esami del sangue mostrano un aumento dei globuli bianchi e degli indicatori di infiammazione, quali la VES (velocità di eritrosedimentazione) e la PCR (proteina C reattiva). L’ecocolordoppler tiroideo può evidenziare tipicamente la presenza di aree marcatamente “nere” (ipoecogene), con margini sfumati e scarsa vascolarizzazione.
Trattamento
Per le forme lievi di tiroiditi subacute, si osserva spesso una remissione spontanea. Tuttavia, nei casi più gravi, vengono prescritti farmaci antipiretici, antidolorifici e antinfiammatori non steroidei (FANS), ed eventualmente cortisonici per ridurre l’infiammazione.
I sintomi della tireotossicosi, come la tachicardia, possono essere trattati con β-bloccanti.
È importante sottolineare che il trattamento ormonale sostitutivo (Eutirox o simili) è riservato esclusivamente ai rari casi di ipotiroidismo permanente.
In generale, la sintomatologia delle tiroiditi subacute tende a regredire immediatamente dopo l’inizio della terapia farmacologica, con un sensibile miglioramento già nel primo o secondo giorno di trattamento. Tuttavia, il trattamento deve essere protratto per alcuni mesi, poiché le tiroiditi subacute tendono a recidivare nel tempo.
3. Tiroiditi croniche
Cause
Le tiroiditi croniche, principalmente la tiroidite di Hashimoto, sono molto frequenti e di origine autoimmune. Queste condizioni si sviluppano a causa della presenza di (auto)anticorpi diretti contro componenti della tiroide, che determinano una progressiva distruzione del tessuto tiroideo e, di conseguenza, l’evoluzione verso l’ipotiroidismo.
La tiroidite cronica autoimmune rappresenta la principale causa di ipotiroidismo nell’adulto nelle aree geografiche con un adeguato apporto di iodio. Questa forma di tiroidite colpisce principalmente il sesso femminile.
Inoltre, è importante ricordare la possibile associazione della tiroidite cronica autoimmune con altre malattie autoimmuni come la celiachia, la gastrite atrofica, la vitiligine, il diabete mellito di tipo 1 e l’ipoparatiroidismo.
Sintomi e diagnosi
I sintomi delle tiroiditi croniche dipendono dalla funzione tiroidea. Se la funzione tiroidea è normale (TSH, FT3 e FT4 nella norma), il paziente può non presentare sintomi evidenti. Tuttavia, se la funzione tiroidea è ridotta (TSH elevato, FT3 e FT4 bassi o nella norma), possono manifestarsi sintomi da ipotiroidismo, quali stanchezza, aumento di peso, bradicardia, stitichezza, sensazione di freddo e pelle secca.
Gli esami del sangue mostrano la presenza di anticorpi antiTg (tireoglobulina) e antiTPO (tireoperossidasi), mentre all’ecografia tiroidea, si osserva tipicamente una struttura tiroidea disomogenea e ipoecogena.
Trattamento
Il trattamento consiste nella terapia ormonale sostitutiva con L-tiroxina (Eutirox o simili) per i pazienti con ipotiroidismo.